Presentazione del volume Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste – 23 Febbraio 2018

Palermo, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino

Venerdì 23 febbraio 2018, ore 17.00

Presentazione del volume

Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste

di Cristina Battocletti

(La nave di Teseo)

Insieme all’autrice intervengono Ignazio Buttitta e Tommaso Romano

modera Rosario Perricone

La Fondazione Ignazio Buttitta, in collaborazione con Fondazione Thule Cultura, Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e Libreria Broadway, promuove un incontro con Cristina Battocletti, autrice del volume Bobi Bazlen. L’ombra di Trieste, edito da La nave di Teseo. Insieme all’autrice intervengono Ignazio Buttitta e Tommaso Romano, modera Rosario Perricone.

Grazie a lettere, documenti mai visti e nuove testimonianze Cristina Battocletti compone un ritratto inedito del fondatore di Adelphi, Bobi Bazlen, partendo da Trieste, città dove è nato nel 1902: la scoperta di Svevo, di Kafka e Musil, il carteggio inedito con Pier Antonio Quarantotti Gambini, i retroscena del legame reciso con il poeta Umberto Saba e la figlia Linuccia. L’ombra lunga di una città che ha lasciato un segno indelebile nell’uomo che ha cambiato il volto della cultura europea del ‘900.

“Bobi Bazlen è un nome astruso, sconosciuto ai più, e pur con quel cognome poco italiano è stato uno degli uomini che maggiormente hanno influenzato la cultura del nostro paese nel dopoguerra. Sfuggente, misterioso, è rimasto “un’icona nell’ombra”.  Così inizia la ricognizione di una delle figure che hanno dato avvio al Novecento, fondatore assieme a Luciano Foà di Adelphi, consulente di Einaudi e delle più importanti case editrici italiane.

Cristina Battocletti,  grazie all’accesso a centinaia di documenti inediti e privati, racconta come Bobi Bazlen (Trieste 1902 – Milano 1965) sia all’origine della scoperta di Italo Svevo e della pubblicazione di molta letteratura mitteleuropea fino ad allora sconosciuta, tra cui Franz Kafka e Robert Musil. Capace di leggere indifferentemente in tedesco, italiano, inglese e francese indovinava il valore dei libri in base al fatto che avessero “il suono giusto”. Affascinato da oroscopi e mappe astrologiche, aveva una cultura vastissima che si spingeva fino all’antropologia e all’arte primitiva. Di madre ebrea e padre cristiano evangelico, da adulto abbracciò il taoismo e le filosofie orientali. Imprendibile, misterioso, bizzarro anche nel vestiario, è rimasto sempre nell’ombra. Chi era dunque, Roberto, Bobi, Bazlen? Perché ha lasciato fantasmi irrisolti? Perché era amato da tanti, come la poetessa Amelia Rosselli, e avversato da altri, come il regista Pier Paolo Pasolini e lo scrittore Alberto Moravia? Una vita piena di passioni, amicizie profonde e frequentazioni di intellettuali come Elsa Morante, sofferenze, sullo sfondo della grande storia del Novecento. Dalle mattinate passate nella bottega di Umberto Saba al dialogo ininterrotto con Eugenio Montale, all’avventura della psicoanalisi, con Edoardo Weiss e Ernst Bernhard, di cui fu uno dei primi pazienti. Questo libro racconta un Bazlen inedito, partendo da Trieste, che lasciò a 32 anni senza farvi (forse) più ritorno.

Cristina Battocletti, nata a Udine, è vice responsabile della “Domenica” del Sole 24 Ore. Critica cinematografica, ha pubblicato il suo primo testo, selezionato al Grinzane Cavour,  nei “Racconti del sabato sera” (Einaudi, 1995). Ha scritto a quattro mani la biografia di Boris Pahor, “Figlio di nessuno” (Rizzoli, 2012), Premio Manzoni come miglior romanzo storico. Nel 2015 ha pubblicato il romanzo “La mantella del diavolo” (Bompiani), che ha vinto il Premio Latisana per Il Nord Est ed è stato finalista ai Premi Bergamo, Rapallo e Asti.

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Presentazione del volume Antropologia e letteratura – di Antonino ed Emanuele Buttitta – Sellerio Editore

Palermo, Libreria Modus Vivendi

Domenica 11 febbraio 2018, ore 11.00

Presentazione del volume

Antropologia e letteratura

di Antonino ed Emanuele Buttitta

Sellerio editore Palermo

Domenica 11 febbraio alle ore 11.00, a Palermo, presso la Libreria Modus Vivendi (via Quintino Sella 79) Pietro Clemente e Alessio Giannanti discuteranno con Emanuele Buttitta di Antropologia e letteratura (Sellerio editore Palermo), il volume scritto insieme al padre Antonino, uno degli intellettuali che hanno segnato gli studi antropologici in Italia negli ultimi cinquant’anni.

In Antropologia e letteratura, gli autori, utilizzando concetti e strumenti di analisi propri dell’Antropologia, studiano i testi letterari per enuclearne i significati, intendere la concezione del mondo dei loro autori e, attraverso essa,  comprendere L’Uomo.

Si tratta, dunque, in primo luogo di una ricerca che consente di riconoscere che la letteratura è strumento essenziale per la comprensione della cultura popolare, ove motivi e forme della tradizione vi siano assunti; e che la lettura dei fatti e dei fenomeni di interesse demologico presenti negli scritti di singoli autori è necessaria alla loro interpretazione e collocazione storico-culturale.

Ma è in definitiva un percorso che li porta a rilevare la maggiore potenzialità veridica della letteratura sull’uomo rispetto alle scienze umane e alla stessa Antropologia; e a spiegarne le ragioni. «Lo scrittore, cercando l’uomo, trova gli uomini; l’antropologo, ma anche il sociologo, lo storico, etc., osservando gli uomini, troppo spesso perdono l’uomo. Il mondo si trasforma in un regno di astrazioni quantitative. I vivi e i morti si contano in numeri e dispare quanto di attese e passioni, gioia e pena, sostanzia e rende reale la loro esistenza. Si perde insomma l’identità e si dissolve la tensione invisibile che, pur occultandosi nei loro atti, di fatto li anima e li fa vivere. Si tratta però di rare eccezioni. Quale antropologo, ma anche sociologo, storico ha restituito la società russa o centro e sudamericana, di un preciso tempo, come Gògol e Tolstoj, Carpentier e García Márquez?» (A. Buttitta). Si tratta di uno dei temi oggi più discussi nel dibattito epistemologico delle scienze storiche, antropologiche e letterarie.

Informazioni:

Fondazione Ignazio Buttitta

info@fondazionebuttitta.it

tel. 091 7026433 / 333 2188325

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Convegno di studi – Identità e Linguaggio – Nel ricordo di Antonino Buttitta

Convegno di studi 

Identità e Linguaggio

Parole, cose, fatti della cultura tradizionale siciliana

Nel ricordo di Antonino Buttitta

Il Centro studi filologici e linguistici siciliani insieme con  la Fondazione Ignazio Buttitta, il Centro Studi Zabùt e il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino organizzano, nelle giornate del 14 e 15 dicembre 2017, presso la Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale dell’Università di Palermo (ex Facoltà di Lettere e filosofia – edificio 12, Aula Magna) un Convegno di studi che rifletta sull’identità linguistica e sulla cultura tradizionale siciliana.

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Etnografie del contemporaneo 2016 programma-identita-e-linguaggio-14-15-12-2017-page-002

IL SACRO DEGLI ALTRI – Culti e pratiche rituali dei migranti in Sicilia

IL SACRO DEGLI ALTRI

Culti e pratiche rituali dei migranti in Sicilia

Immagini di Attilio Russo e Giuseppe Muccio

Comitato scientifico

Sergio Todesco, Ignazio Buttitta, Sergio Bonanzinga, Rosario Perricone, Monica Modica

Cura e allestimento di Monica Modica

Palermo, Teatro Mediterraneo Occupato

24 novembre 2017, ore 18

 

La Fondazione Ignazio Buttitta nell’intendimento di valorizzare e promuovere la conoscenza dell’attività svolta da fotografi siciliani, inaugura il 24 novembre alle ore 18 a Palermo presso il Teatro Mediterraneo Occupato  (Via Martin Luther King , Padiglione 1, Fiera del Mediterraneo) la mostra fotografica IL SACRO DEGLI ALTRI. Culti e pratiche rituali dei migranti in Sicilia, volta alla conoscenza dei culti e delle pratiche rituali dei migranti in Sicilia. Le immagini sono di Attilio Russo e Giuseppe Muccio, il Comitato scientifico è composto da Sergio Todesco, Ignazio Buttitta, Sergio Bonanzinga, Rosario Perricone e Monica Modica; la cura e l’allestimento sono di Monica Modica.

 

La mostra propone 70 straordinarie immagini provenienti da diverse località siciliane e una presentazione  digitale di circa 300 immagini in slide multimediale che documentano,  in tutta la loro variegata fenomenologia, la quantità e qualità dei culti introdotti dalle comunità di migranti che, per varie ragioni e in tempi diversi, si sono stanziate in Sicilia arricchendone il panorama demografico e culturale. Saranno esposte immagini dei culti dei Buddisti di Catania, degli Induisti e dei Tamil di Palermo, dei Musulmani di Palermo e Catania, dei Buddisti di Comiso e Messina,  degli Ebrei di Siracusa e degli Induisti di Catania.

Autori delle immagini sono il messinese Attilio Russo ed il siracusano Giuseppe Muccio, da decenni impegnati nella documentazione delle feste religiose e delle pratiche cultuali siciliane. Essi ci offrono attraverso questo originale portfolio una dimostrazione di come il nostro territorio sia divenuto spazio di pratiche sacrali e di atti di interlocuzione con la divinità assai distanti, e per forma e per contenuti, dalle nostre fedi e dalle nostre tradizioni religiose. Lo fanno con uno sguardo “antropologico” cui sono sottese un’umana partecipazione, una lucida comprensione delle culture tutte, la cui mirabile varietà non viene mai avvertita come un problema quanto piuttosto come un arricchimento.

L’esposizione è accompagnata da musiche, salmodie, recitazioni e canti selezionati da Sergio Bonanzinga.

La mostra, promossa alla Fondazione Ignazio Buttitta in collaborazione con il Teatro Mediterraneo Occupato e con l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari / Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino,  sarà inaugurata il 24 novembre alle ore 18 e sarà visitabile fino al 4 dicembre dalle ore 16 alle ore 20.

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Il Sacro degli Altri (pieghevole 18x18)

Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici 2017

PALERMO / MISTRETTA

17 – 18 novembre 2017

Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici assegnato nel 2017 all’antropologa rumena Otilia Hedeșan

 Il 17 novembre 2017, alle ore 17 presso il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino a Palermo, si terrà cerimonia di consegna del Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici, istituito nel 2014 dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari in collaborazione con il Comune di Mistretta. Il premio è intestato al grande studioso che, nella prima metà del Novecento, partendo da Mistretta, sua città natale, ha gettato le basi di quella che poi fu l’antropologia moderna ed “è volto a dare giusto riconoscimento agli studiosi italiani e stranieri che, con le loro ricerche teoriche, metodologiche e sul campo, conducono indagini in diversi ambiti delle discipline demoetnoantropologiche riguardanti le differenti realtà socio-culturali. L’iniziativa del premio si colloca nel quadro dell’importanza che in Sicilia, già a partire dalla fine dell’Ottocento fino ad oggi, hanno avuto gli studi demo-etno-antropologici nel panorama intellettuale italiano con le attività di ricerca e documentazione etno-antropologiche condotte da Giuseppe Pitrè, Salvatore Salomone Marino, Giuseppe Cocchiara, Giuseppe Bonomo, Antonino Buttitta e Aurelio Rigoli.

 Nel 2017, la Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Palermo, la Fondazione Ignazio Buttitta e l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, con la partecipazione della Fondazione Federico II, nell’intento di creare momenti di incontro e di scambio nel comune obiettivo di sostenere lo studio e l’interesse per i beni demo-etno-antropologici italiani, si sono candidati a ospitare a Palermo la quarta edizione del Premio. La proposta è nata dalla volontà di sottolineare la rilevanza che Giuseppe Cocchiara ebbe nella città di Palermo, presso la cui Università fondò una scuola etnoantropologica che per decenni ha formato illustri studiosi e prodotto opere fondamentali per l’Antropologia internazionale.

 La Commissione (composta da tre rappresentanti delle discipline demoetnoantropologiche afferenti gli Atenei di Palermo, Catania e Messina, dalla Consulta Scientifica e dell’Assessore alla Cultura della Federazione Italiana Tradizioni Popolari oltre che da un rappresentante del Comune di Mistretta) nel 2017 ha deliberato di conferire il Premio a Otilia Hedeșan, etnologa rumena della West University di Timișoara (Romania).

Il riconoscimento, che negli anni ha acquisito prestigio e importanza, nel 2016 è stato assegnato a Luigi Maria Lombardi Satriani, nel 2015 a Nestor Garcia Canclini dell’Università di Città del Messico, nel 2014 a Antonino Buttitta dell’Università di Palermo.

 L’iniziativa prosegue il 18 novembre a Mistretta, presso il Palazzo della cultura Mastrogiovanni Tasca con un incontro previsto per le ore 10.30, coordinato dal Vice Sindaco di Mistretta Vincenzo Oieni, alla presenza del Sindaco Liborio Porracciolo, a cui parteciperanno il Direttore del Museo Etno-Antropologico Regionale di Mistretta, Giovanni Anastasio, il Dirigente scolastico dell’Istituto Manzoni Antonietta Amoroso. Nell’occasione il Presidente della FITP Benito Ripoli parlerà del conferimento del Premio a Otilia Hedeșan e la premiata illustrerà le ricerche sulle tradizioni culturali delle comunità rumene.

 

OTILIA HEDEŞAN (1962) è una etnologa rumena, docente di Civiltà Rumena e direttore della Scuola di Dottorato dell’Università di Timişoara.  Dal 2016 è coordinatrice del RHeA – Research Center for Heritage and Cultural Anthropology, dal 2014 Presidente dell’ASER – Romanian Ethnologic Sciences Association.  Dal 2008 al 2015 è stata membro della Commissione Nazionale Rumena per la tutela del Patrimonio immateriale. Ha condotto ricerche sulle tradizioni culturali delle comunità rumene come diaspora; sulla storiografia dell’etnologia rumena durante i periodi comunista e post-comunista; sulla mitologia dall’antichità fino ai giorni nostri e ricerche di campo sulle tradizioni popolari nelle seguenti regioni e paesi: Banat (regione sud-occidentale della Romania), Serbia (Banat, Valle Morava, Timoc Valley), Ungheria, Ucraina (Transcarpazia), Repubblica di Moldova. Tra le sue pubblicazioni: The memories of a prodigious storyteller: Mărioara Sârbu, Timișoara, Editura Universității de Vest, 2015, in cui vengono analizzate le memorie di Mărioara Sârbu, un narratore molto popolare di grande interesse per la documentazione etnografica; Do you understand me, my daughter…, Field notes from the Morava Valley, Bucureşti, Paideia, 2007 in cui si documenta una ricerca sul campo nella valle della Morava per individuare i sistemi di conservazione e di recupero del folklore come patrimonio identitario di una minoranza; The anthropology reader´s anxiousness, Timişoara, Marineasa, 2006, in cui vengono affrontate le  problematiche che emergono nelle indagini antropologiche e che coinvolgono gli studiosi nei diversi momenti e aspetti delle ricerche; Folklore. What do we do with it?, Timişoara, Editura Universităţii de Vest, 2001, Nell’opera viene impostato un quesito particolarmente interessante che ha caratterizzato il dibattito etno-antropologico degli ultimi tempi. Sulla storiografia folklorica rumena è particolarmente interessante il lavoro pubblicato in collaborazione con Marcel Cornis-Pope sul folklore nella letteratura rumena The Question of Folklore in Romanian Literary Culture, în History of the Literary Cultures of East-Central Europe, Virginia Commonwealth University / University of Amsterdam, 2007. Sempre del 2007 è Seven essays about the undead, lavoro premiato dall’Unione degli Scrittori Rumeni, sede di Timisoara, nella sezione “saggio critico-letterario”. Nell’opera sono raccolti sette saggi su operatori nel settore del cosiddetto “sacro” in opposizione al profano. In particolare, il lavoro si basa su racconti popolari che riguardano demoni (non morti o fantasmi), ovvero, creature fantastiche, spiriti maligni che non possono trovare riposo e tornano ad infastidire i vivi, fenomeno che, per certi aspetti, rimanderebbe alla tradizione rumena dei vampiri. Otilia Hedeşan ha pubblicato altri lavori in opere collettanee affrontando, per esempio, l’importanza della tutela e valorizzazione dei beni immateriali in Romania (2009) e il ruolo delle donne rumene in Ungheria (2017).

 Il Premio Internazionale Giuseppe Cocchiara per gli Studi Demo-Etno-Antropologici 2017 è promosso dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari e dal Comune di Mistretta con la collaborazione della Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Palermo, della Fondazione Ignazio Buttitta e l’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari – Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, con il sostegno della Fondazione Federico II e il patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana e del Comune di Palermo.

Premio Cocchiara (pieghevole 10,5x21)


Premio Cocchiara (pieghevole 10,5x21)

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